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Quali sono le soluzioni per salvare i coralli?

Salvare le barriere coralline: molte soluzioni

Per cercare di salvare le barriere coralline, bisogna agire urgentemente e simultaneamente contro le minacce globali e locali, per ridurre l’inquinamento, per proteggere le aree ancora in buone condizioni, per ripristinare le aree degradate, e per sviluppare un’economia blu intorno a certe barriere, che le protegga e le valorizzi. Ma prima di tutto dobbiamo combattere il cambiamento climatico!

Combattere il riscaldamento globale

Questa è la prima priorità per rallentare il riscaldamento degli oceani e limitare gli episodi di sbiancamento dei coralli. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra per rimanere al di sotto di 1,5° C di riscaldamento, risparmiare energia, passare gradualmente ma risolutamente a un’economia a basse emissioni di carbonio, e usare più energia rinnovabile. Meno CO2 nell’atmosfera significa anche che l’oceano si acidifica meno rapidamente e ha meno impatto sugli organismi che, come i coralli, creano uno scheletro calcareo.

Combattere l'inquinamento

L’inquinamento soffoca o avvelena le barriere coralline. Tutte le forme di inquinanti chimici e fisici che finiscono nel mare devono essere eliminate! Spetta a tutti noi adottare le pratiche giuste, i gesti giusti, ovunque e in ogni circostanza, anche nell’entroterra. Insieme, riduciamo, riutilizziamo e ricicliamo per limitare il consumo di risorse e la creazione di rifiuti.

Per ulteriori informazioni:

Tutti possiamo agire! Scopri 10 cose che puoi fare in vacanza o nella tua vita quotidiana per preservare le barriere coralline.

Promuovere l'economia blu

Sviluppare attività economiche sostenibili che rispettino le barriere coralline e creino valore e posti di lavoro in molti settori economici (turismo, pesca, acquacoltura, agricoltura, trasporto marittimo) è possibile! Tra le principali azioni da intraprendere: fermare la cementificazione delle coste, limitare l’espansione urbana e la costruzione di infrastrutture (industriali, turistiche), in particolare nelle zone fragili. Per un turismo responsabile, dobbiamo sviluppare immersioni subacquee che rispettino le specie e gli ecosistemi, limitare il numero di subacquei se necessario, fornire una migliore supervisione e aumentare la consapevolezza, e utilizzare boe di ancoraggio. Per un’agricoltura sostenibile, la priorità è proteggere i corsi d’acqua (perché tutto arriva al mare), fermare la deforestazione e limitare i pesticidi.

Per una pesca e un’acquacoltura responsabile, è urgente controllare meglio le pratiche e lottare contro tutte le forme di pesca illegale.

Proteggere le barriere coralline e gli ecosistemi associati

Le barriere coralline avranno maggiori possibilità di essere preservate se verranno create aree marine protette (MPA) rappresentative (in buone condizioni e ricche di specie), collegate in rete e gestite efficacemente, dove le attività umane sono regolate.
Gli scienziati raccomandano di proteggere le cosiddette zone “rifugio”, in particolare quelle della zona “mesofotica”, situate tra i 30 e i 150 m di profondità e quindi relativamente riparate dalle ondate di calore marine. I coralli che vi si trovano sono meno vulnerabili allo sbiancamento e quindi possono servire da serbatoio per promuovere la ricolonizzazione delle aree degradate. Allo stesso tempo, i letti di fanerogame e le mangrovie devono essere protetti. Questi ecosistemi legati alla barriera corallina svolgono un ruolo importante nel ciclo e nello stoccaggio del carbonio, aiutando a combattere l’accumulo di gas serra nell’atmosfera.

Ripristinare le scogliere degradate

Ove possibile, dobbiamo cercare di ripristinare le scogliere degradate dalle attività umane. Questo può essere fatto trapiantando il corallo da un sito all’altro(ex-situ), o coltivandolo in situ(in situ), dove un frammento di corallo può riformare una nuova colonia. Coinvolgere le comunità locali in questo processo ed eliminare i fattori locali che avevano causato la scomparsa dei coralli sono due condizioni indispensabili per il successo di tali operazioni. I ricercatori stanno ora sviluppando nuovi metodi basati sull’evoluzione assistita, selezionando specie o ceppi di coralli che sono resistenti alle ondate di calore, e reimpiantandoli per riformare diverse barriere coralline. Cercano anche di raccogliere gameti, uova e larve dai coralli e di diffonderli sulla barriera corallina, per esempio con mezzi aerei. I letti di alghe e le mangrovie possono anche essere ripristinati ripiantandoli o coltivandoli, usando metodi basati su raccomandazioni scientifiche.

Creare un conservatorio globale di corallo

Creare una “banca” del corallo, proprio come esistono le banche dei semi. Quella avviata dal Centro Scientifico e dal Museo Oceanografico costituirà un’Arca di Noè di 1000 specie distribuite nei più grandi acquari e centri di ricerca del mondo, con l’obiettivo di preservare i ceppi e reimpiantarli in zone devastate. Permetterà anche di studiare la resistenza delle specie al calore e di selezionare le varietà più forti, un contributo importante alla loro conservazione, se riusciamo anche a limitare il riscaldamento globale.

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