ANIMALI MARINI IN NOSTRO SOCCORSO
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organismi marini & Covid-19
Più di mille composti isolati da organismi marini hanno dimostrato di avere effetti antivirali, e un recente studio ha scoperto che la griffithsin, una proteina isolata dalalga rossa del genere Griffithsia sp.… potrebbe essere un inibitore di alcuni coronavirus inibendo le loro proteine spike, che danno loro l’aspetto a corona, impedendo così il loro ingresso nelle cellule ospiti.
A partire dall’emoglobina di un verme marino, l’arenicola, che vive nella sabbia, la società di biotecnologia Hemarina ha sviluppato un “respiratore molecolare”, una molecola di origine marina che ha la proprietà di immagazzinare e trasportare l’ossigeno meglio dell’emoglobina umana (si lega 40 volte di più!). Questa molecola dovrebbe entrare in una fase di test su pazienti affetti dal coronavirus con l’obiettivo di trattare la sindrome da distress respiratorio legata al Covid-19, liberando così i respiratori artificiali per altri pazienti e alleggerendo i servizi ospedalieri. Questo respiratore molecolare potrebbe trovare altre applicazioni in casi molto specifici, come il trasporto di organi prima del trapianto.
un'enorme biblioteca e una farmacia
La società marsigliese Coral Biome è interessata alla palitossina (prodotta dai coralli molli del genere Palythoa, ordine Zoantharia), una molecola altamente tossica utilizzata nel trattamento di alcuni tumori.
Numerosi composti, attualmente in sviluppo clinico per attività antitumorali, sono stati isolati dalle ascidie coloniali Didemnum molle, comuni invertebrati marini sessili (caratterizzati dal loro attaccamento a un supporto) che vivono all’interno della barriera corallina.
Circa 1.000 volte più efficace della morfina, un analgesico sintetizzato copiando una molecola presente nel veleno del cono Conus magus (un mollusco gasteropode marino) è particolarmente indicato per alleviare il dolore cronico intenso.
L’Oceano è quindi un’enorme biblioteca oltre che una farmacia. È essenziale riconoscere e valorizzare queste funzioni, ed evitare di vederle evaporare a causa del cambiamento climatico, del sovrasfruttamento delle specie e del degrado degli ecosistemi marini, guidati da una visione troppo miope concentrata sui profitti della pesca, degli idrocarburi e presto delle risorse minerali.