La pesca eccessiva minaccia il tonno rosso
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Nel
Lista rossa europea dei pesci marini
stabilito nel 2015 dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il tonno rosso dell’Atlantico è elencato come “quasi minacciato”.
La pesca eccessiva e la sovraccapacità delle flotte di pesca sono la causa principale dell’esaurimento del tonno rosso.
Come siamo arrivati qui?
Dal 1990 al 2007, le catture hanno raggiunto livelli record di circa 50.000 tonnellate/anno, ben oltre la capacità dello stock di rigenerarsi. Notando il sovrasfruttamento, l’ICCAT ha stabilito un contingente di circa 30.000 tonnellate all’anno nel 1998, senza alcun risultato positivo perché il contingente è superiore alle raccomandazioni scientifiche e, soprattutto, non viene rispettato da molti paesi, e questo fino al 2007.
LO SAPEVATE?
Nel 2006, al fine di evitare un collasso totale delle popolazioni, un piano di recupero per l’Atlantico orientale e il Mediterraneo è stata adottata, comprese le misure per monitorare e controllare le attività di pesca (periodi di chiusura, obbligo di una “taglia minima di conservazione” di 115 cm o 30 kg (alcuni tipi di pesca hanno deroghe a 8 kg o 75 cm), divieto di aerei da ricognizione, presenza di osservatori a bordo delle navi, tracciabilità delle catture, ecc), ma le quote di pesca sono ancora troppo alte
Una piccola vittoria alla CITES
Sotto la pressione delle ONG e di alcuni stati (tra cui il Principato di Monaco e la Francia) che sostengono l’inclusione della specie nell’allegato 1 della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) – che avrebbe l’effetto di vietare il commercio internazionale – la quota viene rivista al ribasso (13.500 tonnellate) per il 2010, seguendo per la prima volta il parere scientifico; una vittoria importante per le organizzazioni che lavorano per una pesca sostenibile del tonno rosso !
Una situazione che è migliorata dal 2009
Grazie al rafforzamento del piano di recupero e a un controllo più efficace, la situazione del tonno rosso sta migliorando a partire dal 2009. Le catture dichiarate stanno diminuendo, il monitoraggio aereo mostra che i giovani tonni rossi sono più abbondanti, la biomassa riproduttiva sta aumentando e i pescatori li osservano più regolarmente. Oggi, la specie non è più “sovrasfruttata” ma lo stock attuale, anche se in condizioni migliori, è lontano dall’aver recuperato il suo livello preindustriale, e persistono cattive pratiche come la pesca illegale.
Con le quote di pesca destinate ad aumentare (32.240 tonnellate per il 2019, 36.000 tonnellate per il 2020 – tra cui 19.460 tonnellate per l’Unione europea e 6.026 tonnellate per la Francia) – i livelli più alti da quando il piano di recupero è stato messo in atto – sarà compito della comunità internazionale, degli scienziati e dei consumatori monitorare attentamente la situazione del tonno rosso atlantico nei prossimi anni. Da continuare, allora!