Dall'uso all'utilità delle meduse
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Meduse, una risorsa naturale!
Usate per idratare le viti alcuni secoli fa in Charente, le meduse sono anche consumate da mille anni dalle popolazioni asiatiche. Tradizionalmente considerate benefiche per la salute, sono note per curare l’artrite, l’ipertensione, il mal di schiena e le ulcere, migliorare la digestione, rimediare alla stanchezza e persino ammorbidire la pelle.
MANGIARE PESCE PALLA
Tra una dozzina di specie commestibili, Rhopilema esculentum e Stomolophus meleagris sono piatti popolari in Cina, anche se oggi è in Giappone che si consuma la metà delle meduse vendute nel mondo.
La medusa essiccata viene reidratata immergendola in acqua per diverse ore, prima di essere tagliata a strisce e mescolata in un’insalata con varie salse piccanti, verdure, pollo o altri frutti di mare.
IL COLLAGAMENTO DI MÉDUSES
Il collagene è una proteina essenziale per la strutturazione degli organismi e per la guarigione.
La malattia della mucca pazza ha indirizzato la ricerca del collagene verso altri animali che non siano i bovini. Un team di ricerca dell’Università di Lione, guidato da Suzanne Franck, ha scoperto un collagene nelle meduse che è molto simile al collagene embrionale umano di tipo V.
Questo collagene è usato come pelle finta per le vittime di ustioni, come mezzo di coltura in citologia ed è un efficace trattamento antirughe in cosmetologia.
MEDUSE, LA CHIAVE PER COMPRENDERE l'evoluzione
Molte meduse si incistano quando il loro ambiente si deteriora.
C’è una dedifferenziazione dei tessuti, quindi una regressione, e poi una riorganizzazione dovuta alla presenza di cellule staminali capaci di ristrutturare il corpo dell’animale. Comprendere i meccanismi che innescano l’evoluzione delle cellule staminali in tipi di cellule funzionali è anche un passo fondamentale.
Forse la medusa ci darà la chiave di questa proprietà, che sarebbe stata persa nel corso dell’evoluzione?
i meDi originali
di 2 PREMI NOBEL
Il premio Nobel per la medicina e la fisiologia è stato assegnato nel 1913 a Charles Richet per la scoperta, con Paul Portier, dell’anafilassi (una grave forma di allergia che colpisce tutto il corpo e può portare alla morte) causata dai fisici.
Lo studio di quest’ultimo è stato condotto durante le campagne del principe Alberto I di Monaco, fondatore dell’Istituto Oceanografico.
Il premio Nobel per la chimica è stato assegnato nel 2008 a Osamu Shimomura, Martin Chalfie e Roger Tsien per la scoperta e le applicazioni della proteina fluorescente verde, scoperta nella medusa Aequorea victoria.
Questa proteina è usata nella ricerca medica per monitorare l’evoluzione dei tumori nei topi o i processi di crescita di nuovi vasi negli animali vivi.
La proteina fluorescente verde è considerata il microscopio del 21° secolo.